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INAIL,SI RIDUCONO LE MORTI BIANCHE MA AUMENTANO LE MALATTIE PROFESSIONALI

Il Rapporto Annuale dell’Istituto certifica  poco meno di 642mila denunce d’infortuni sul luogo di lavoro, con un lieve incremento dello 0,6% rispetto al 2015. Controlli: l’87% delle imprese sono risultate irregolari

ROMA – Sul posto di lavoro si muore meno che nel 2015, ma ci ammala di più. A certificarlo è l’Inail, che questa mattina ha presentato il Rapporto 2016. In totale le denunce per infortunio arrivate all’Istituto che assicura i lavoratori, sono state poco meno di 642mila, con un aumento leggero sul 2015 (lo 0,66%) e una significativa discesa (meno 14%) rispetto al 2012. Certo parliamo di infortuni denunciati da soggetti assicurati all’ente. Chi lavora al nero in queste tabelle non è detto che ci sia.  Le denunce per morti bianche sono state 1.104, in discesa sul 2015 che ne ha contate 1.286 (-12,7%) e anche rispetto al 2012 quando morirono sul luogo di lavoro o mentre lo raggiungevano 1.365 (-25%) occupati.
Un balzo significativo lo fanno invece le malattie professionali , con ben 60mila denunce, 1.300 in più rispetto all’anno precedente, ma ben il 30% in più sul 2012. Un dato allarmante anche perché la maggior parte di chi si ammala lavorando viene colpito da malattie che riguardano il sistema osteomuscolare, ossa e muscoli. Una diagnosi che forse riflette anche l’età elevata della forza lavoro italiana. Un dato 60mila, che si riferisce alle denunce, non agli ammalati, che sono 45mila, almeno quelli già  accertati. E c’e ancora chi si ammala a causa dell’amianto, polvere micidiale che colpisce i polmoni tant’è che nel 2016 si contano 1.400 persone colpite da queste patologie. Scende anche il numero di lavoratori con malattia professionale morti nel 2016: sono stati 1.297, il 32,2% in meno sul 2012.  E a uccidere per ben 357 volte é stato ancora l’amianto.
Che fare per limare ancora di più questi numeri che comunque mostrano che di lavoro si può morire o cadere malati, vanificando tutti gli sforzi per vivere al meglio?  Sicuramente aumentare i controlli perché dopo la triste conta di morti e ammalati sul lavoro, c’è n’è uno che colpisce ancora di più e riguarda la sicurezza: ben l’87% delle imprese dove l’Inail ha mandato gli ispettori sono risultate irregolari, nonostante le leggi che impongono parametri di sicurezza ferrei sui posti di lavoro.
L’Inail avanza quindi alcune proposte al governo per aumentare le politiche di prevenzione, che passano anche, secondo i vertici dell’istituto, da una estensione della bese-dati. Come procedere? Considerare tutti i lavoratori, anche quelli non assicurati presso l’ente e aggiungere informazioni sul rischio mansioni, perché non tutti i lavori espongono agli stessi rischi. E l’Inal, per la seconda volta in pochi anni, si candida a essere il fornitore unico di informazioni per la sicurezza sui luoghi di lavoro.
C’è  poi l’altro grande capitolo di un mondo del lavoro in via di profonda mutazione. Sul fronte legislativo, con l’introduzione di nuovi contratti con meno tutele. E su quello legato alla tecnologia che avanza. “I nuovi rapporti di lavoro, da quello “agile” al “crow working”, passando al lavoro “su piattaforma”, scrive l’Inail, rendono ambigue le categorie su cui si fonda la tutela contro infortuni e malattie professionali. Serve dunque un adeguamento legislativo e di coordinamento tra norme e leggi. Per morire e ammalarsi meno lavorando.