Morti bianche sul lavoro, Pescara maglia nera: si posiziona ai primi posti in Italia

 

L’incidente di cui l’altro giorno è stato vittima un operaio a Penne non ha fatto, purtroppo, che confermare quanto in provincia di Pescara sia elevato il numero di infortuni sul lavoro, ahinoi anche mortali.

Come infatti emerge dall’ultima analisi condotta dall’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro di Vega Engineering sulla base dei dati INAIL, i dati per provincia posizionano al primo posto Roma, con 12 decessi registrati e un indice di incidenza sugli occupati pari a 6,8, e subito dopo si trova proprio Pescara, a pari merito con Torino (entrambe con 11 casi). Al terzo posto ancora una città abruzzese: L’Aquila con 8 casi. Il triste primato di regione più colpita spetta invece alla Lombardia che registra 28 casi di Morti Bianche seguita da Emilia Romagna (27 decessi), Sicilia e Veneto (entrambe con 24 vittime).

E la situazione nella penisola italiana non accenna a migliorare. Nei primi cinque mesi del 2017, infatti, sono stati registrati 375 infortuni mortali di cui 271 in occasione di lavoro e 104 in itinere. Sono 11 le vittime in più rispetto lo stesso periodo dell’anno precedente (364 casi registrati nel 2016).

A morire sono soprattutto le persone con più anni di esperienza sul lavoro, ovvero la fascia che coinvolge lavoratori con età compresa tra i 55 e 64 anni. In questo caso, l’indice di incidenza sugli occupati è pari al 24,5 (33,9% del totale) con 92 casi registrati. A seguire troviamo la fascia dei 45–54 anni (indice di incidenza di 11,1, pari al 28,4% del totale con 77 casi). Ovviamente le cause sono molteplici: sicuramente va ad incidere la troppa sicurezza con cui si affronta il lavoro e il conseguente abbassamento della soglia di attenzione e di percezione del rischio.

Analizzando la graduatoria in base all’indice di incidenza sugli occupati, il Sud e le Isole risultano essere le aree maggiormente colpite dal triste fenomeno delle Morti Bianche con un valore pari al 20,9 e 14,1. Segue il Nord Est con un indice del 12,2. Le morti bianche che hanno coinvolto gli uomini sono state 250 pari al 92,3% dei casi, mentre il restante 7,7% è rappresentato dalle donne con 21 casi registrati.

Il settore economico non è determinabile per il maggior numero di infortuni mortali sul lavoro (104 casi, pari al 38,4%). Gli altri ambiti più colpiti sono le Costruzioni e le Attività Manifatturiere (39 e 36 casi). Al fine di promuovere e diffondere la Cultura della Sicurezza sul lavoro, ci auguriamo che il comunicato e le tabelle statistiche possano diventare non solo un utile strumento di lavoro per Voi ma anche una fonte di riflessione e di analisi di fronte alla grave situazione che colpisce la nostra Penisola.